Il difensore: "Bello il progetto giovani del Milan. Anche a Lione ci sono tanti ragazzi. Io lavoro per ritrovare l’azzurro"

Dal nostro corrispondente Alessandro Grandesso

Ex del Milan, il bianconero Mattia De Sciglio ha scelto il Lione anche per riprendersi la Nazionale, in tempo per l’Europeo. E dalla Francia osserva con attenzione la Serie A. "Il Milan primo con i giovani – spiega il terzino in prestito - è un esempio positivo per il campionato. Ripaga sempre costruire una squadra con un’età media così bassa".

E pure Ibrahimovic sembra ringiovanito.

"È sempre importante affidarsi a giocatori di grande esperienza come Ibrahimovic che di fatto fa da chioccia, dando l’esempio e i consigli giusti per migliorare".

Il Milan può andare lontano?

"All’inizio bisogna essere disposti a rinunciare a certi risultati per un paio di stagioni. Servono pazienza e obiettivi a lungo termine. Come il Milan, il Lione sta costruendo il futuro con una squadra giovane dove anch’io a volte mi sento vecchio, anche se ho 28 anni".

Perché ha scelto il Lione?

"Ho sentito che mi volevano davvero e volevo vivere un’esperienza all’estero. Garcia mi conosce: sa che posso giocare anche a sinistra. Il Lione è un club importante, con giovani molto forti, come il 17enne Cherki, Aouar, Caqueret. Vogliamo tornare in Champions".

A Lione troverà lo spazio che Sarri non le ha dato?

"Non mi piace parlare del passato, ma non c’era più serenità, al di là delle difficoltà del contesto di pandemia. Vincere lo scudetto non è mai semplice, ma abbiamo davvero faticato. E non mi è stata data la possibilità di esprimermi, anche quando stavo bene".

Si è parlato di tensioni con Ronaldo e Pjanic.

"Smentisco categoricamente. Mai avuto problemi con nessuno in carriera".

I tifosi l’hanno presa di mira sui social. Magari l’ha poi pagata in squadra?

"Purtroppo i social permettono a tutti di insultare spesso dietro pseudonimi. Ho imparato a ignorare chi non merita attenzione. Spero Sarri non si sia fatto condizionare, ho perplessità su altre cose. Ne parlerò al momento opportuno".

Come valuta le difficoltà iniziali della Juve di Pirlo?

"Ci sono stati molti cambiamenti, serve un po’ di rodaggio. Anche se certi meccanismi dovrebbero già esserci, le difficoltà in partite difficili come quella con il Barcellona si vedono di più. E poi non c’è stata pre-stagione: anche se ti alleni bene, poi lo paghi".

Avrebbe potuto dare il suo contributo a questa Juve?

"Sono convinto che avrei potuto ritagliarmi il mio spazio visto che posso giocare a destra e sinistra, da quinto di fascia, come all’Europeo 2016, o da terzo centrale, con Allegri".

Che idee ha Pirlo?

"Gli stessi principi offensivi di Mancini, a partire dal modulo, con la differenza che in nazionale solo un terzino va in offensiva, mentre con Pirlo entrambi possono alternarsi nella stessa partita. Questa comunanza è vantaggiosa per chi poi va in Nazionale".

L’Europeo è un obiettivo?

"Ho scelto il Lione anche per tornare in Nazionale. Anche perché sono certo che l’Italia potrà fare un bel torneo. Non ho parlato con Mancini ma spero apprezzi la voglia di mettersi in gioco in un campionato all’estero, dove poi ci sono altri azzurri come Verratti, Florenzi e Kean".

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